Giulio Andreotti

Dataanni '40 - 2011
Consistenza3.500 bb. (600 metri lineari)
Storia istituzionale/biografia

Giulio Andreotti nasce a Roma il 14 gennaio 1919. Ha studiato e sempre vissuto nella Capitale dove consegue la laurea in giurisprudenza nel 1941 con una tesi in diritto canonico. Si distingue nella Federazione degli universitari cattolici (FUCI) e, su incarico del presidente Aldo Moro, assume la direzione del settimanale «Azione fucina»; nel 1942, quando Moro lascia la presidenza, Andreotti gli subentra su indicazione di Pio XII.
Nel 1943 partecipa con Alcide De Gasperi, Guido Gonella, Giuseppe Spataro ed altri esponenti del vecchio Partito popolare all'attività clandestina della neocostituita Democrazia cristiana. Nel 1944 fonda «La Punta», organo della gioventù democristiana e al Congresso nazionale di Napoli viene nominato delegato nazionale del Movimento giovanile e membro del Consiglio nazionale della Democrazia cristiana; nello stesso anno lascia la presidenza della FUCI.
Scelto da De Gasperi come suo strettissimo collaboratore, membro della Consulta nazionale e dell'Assemblea costituente, viene eletto ininterrottamente alla Camera dei deputati, nella circoscrizione di Roma-Latina-Frosinone-Viterbo, dal 1946 al 1987 (Legislature I-IX ) e al Senato della Repubblica dal 1987 (X Legislatura); nel 1991 il presidente della Repubblica Francesco Cossiga, lo nomina senatore a vita.
Numerosi sono gli incarichi ricoperti e le attività svolte da Andreotti in ambito istituzionale, politico, giornalistico e pubblicistico.
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo spettacolo nei governi De Gasperi (IV-VII, 31 maggio 1947- 17 agosto 1953) e Pella (I, 17 agosto 1953 al 18 gennaio 1954), promuove leggi e provvedimenti fondamentali per la stampa, la cinematografia e il teatro. In seguito ha ricoperto numerosi incarichi di governo: ministro dell'Interno nel governo Fanfani (I, 18 gennaio 1954 - 8 febbraio 1954); ministro delle Finanze nei governi Segni (I, 6 luglio 1955 - 15 maggio 1957) e Zoli (I, 19 maggio 1957 - 19 giugno 1958); ministro del Tesoro nel governo Fanfani (II, 1 luglio 1958 - 15 febbraio 1959); ministro della Difesa nei governi Segni (II, 15 febbraio 1959 - 23 marzo 1960), Tambroni (25 marzo 1960 - 26 luglio 1960), Fanfani (III-IV, 25 marzo 1960 - 21 giugno 1963), Leone (I, 21 giugno 1963 - 4 dicembre 1963), Moro (I-II, 4 dicembre 1963 - 23 febbraio 1966), Rumor (V, 14 marzo 1974 - 23 novembre 1974); ministro dell'Industria, commercio e artigianato nei governi Moro (23 febbraio 1966 - 24 giugno 1968) e Leone (II, 24 giugno 1968 - 12 dicembre 1968); ministro del Bilancio e programmazione economica nei governi Moro (IV-V, 23 novembre 1974 - 29 luglio 1976); ministro degli Esteri nei governi Craxi (I-II, 4 agosto 1983 - 17 aprile 1987), Fanfani (IV, 17 aprile 1987 - 28 luglio 1987), Goria (28 luglio 1987 - 13 aprile 1988) e De Mita (13 aprile 1988 - 22 luglio 1989). Ha ricoperto la carica di presidente del Consiglio dei ministri in sette governi (I, 17 febbraio 1972 - 26 giugno 1972; II, 26 luglio 1972 - 7 luglio 1973; III, 29 luglio 1976 - 11 marzo 1978; IV, 11 marzo 1978 - 20 marzo 1979; V, 20 marzo 1979 - 4 agosto 1979; VI, 22 luglio 1989 - 12 aprile 1991; VII, 12 aprile 1991 - 28 giugno 1992).
E' stato, inoltre, presidente del Gruppo italiano dell'Unione interparlamentare (1979-1994). Membro permanente del Consiglio nazionale e della Direzione centrale della Democrazia cristiana, partecipa attivamente al dibattito, agli orientamenti e alle politiche del partito, dando vita negli anni '50 alla corrente Primavera, confluita successivamente nella corrente di Impegno democratico; è stato, inoltre, presidente del Gruppo parlamentare della DC alla Camera dei deputati da dicembre 1968 a febbraio 1972.
Convinto europeista, è stato componente della rappresentanza al Parlamento europeo dal 28 febbraio 1974 al 4 luglio 1976 ed eletto una seconda volta in occasione delle elezioni europee del 1989; presidente dell'Unione europea democratico-cristiana dal 1983 al 1985, ha esercitato, inoltre, la presidenza di turno del Consiglio europeo dal 1° luglio al 31 dicembre 1990.
Giornalista professionista, ha collaborato con quotidiani e riviste italiani e esteri; ha fondato e diretto periodici politici e culturali, quali «Concretezza» e «30 Giorni nella Chiesa e nel mondo». Autore di numerosi saggi, studi e monografie, esordisce nel 1946 con uno scritto politico sui governi di coalizione, Concerto a sei voci, al quale segue una monografia sui difficili rapporti tra Chiesa e Stato in Italia, Pranzo di magro per il Cardinale. Alla morte di Alcide De Gasperi, dedica allo statista una biografia, De Gasperi e il suo tempo, considerata un testo essenziale per la conoscenza del quadro politico italiano del dopoguerra e pubblicata in numerose successive edizioni; al tema degasperiano tornerà poi con Intervista a De Gasperi. A seguire appaiono I minibigami, uno studio romanzato dedicato ai problemi matrimoniali e due libri sulla storia di Roma nel secolo XIX, La sciarada di Papa Mastai e Ore 13: il Ministro deve morire. Da segnalare, inoltre, una monografia dedicata ai pontefici conosciuti, Ad ogni morte di Papa, le serie cronologiche dei diari e dei Visti da vicino, testimonianze e osservazioni su personaggi italiani e stranieri. Del 2017 è invece Il buono cattivo, un inedito conservato in archivio, scritto fra il 1973 e il 1974 e mai pubblicato, da considerarsi il seguito de I minibigami e dedicato all'esame della disciplina matrimoniale della Chiesa.
Fondatore e presidente del Centro studi ciceroniani, ha ricevuto la laurea Honoris Causa delle Università di Parigi, Chicago, Toruń (Polonia), South Bend (Indiana), La Plata, Salamanca, New York, Varsavia, Pechino, Sofia, Washington, Toronto, Buenos Aires, Cracovia, Mosca e della Pontificia università lateranense.
Muore a Roma il 6 maggio 2013.

Storia archivistica

L'archivio Andreotti è stato acquisito dall'Istituto Luigi Sturzo con atto di donazione del senatore del 10 luglio 2007. Dichiarato «di interesse storico particolarmente importante» dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio, è stato trasferito da uno studio privato dove era conservato, a Palazzo Baldassini, sede dell'Istituto, che ha provveduto a collocarlo in locali idonei, allestiti con armadi a scaffalature compatte mobili su rotaie.
Questo complesso documentario nel corso degli anni è stato gestito attraverso uno schedario alfabetico cartaceo costituito da 22.000 ca. schede mobili, corrispondenti ai titoli/denominazioni delle serie documentarie e delle pratiche numeriche relative ad affari diversi e due schedari alfabetici di 1.700 schede ca., nei quali sono parzialmente elencati, fino alla metà degli anni Ottanta e secondo un'articolazione tematica, gli scritti e i discorsi. La struttura dell'archivio è originaria e risale con ogni probabilità agli inizi degli anni '50, come si rileva in alcuni documenti della segreteria particolare, datati 1953-1954 , dai quali emerge che la consistenza dell'archivio, a causa dei flussi giornalieri della documentazione, aveva raggiunto delle dimensioni tali, da rendere necessarie una riorganizzazione della documentazione e una ridefinizione dei criteri di gestione delle pratiche. Vennero così elaborate alcune relazioni e venne messo a punto un documento, sottoposto all'attenzione ed al vaglio dell'allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Andreotti, nel quale vengono descritte le nuove procedure in merito al funzionamento dell'archivio, alla compilazione degli schedari, facendo riferimento alla distinzione della documentazione destinata quotidianamente ad una conservazione autonoma, separata - ‘personale' -, identificata con l'espressione «atti miei / riservato». Alla definizione di questa struttura ha inoltre contribuito lo stesso Giulio Andreotti, attraverso precise strategie e scelte di tipo conservativo, selezionando la documentazione e identificando l'oggetto, il tema o il nome di riferimento, generalmente apposto in forma autografa sulle carte, per esteso, oppure attraverso l'uso di un contrassegno - un cerchio, una barra -, che delimita, identificandolo, l'argomento di riferimento, al quale poi in archivio veniva assegnato il corrispondente numero di classifica o di posizione all'interno, rispettivamente, delle due sezioni numerica e seriale. L'apporto di Giulio Andreotti si riflette anche nella logica di aggregazione della carte, di tipo prevalentemente tematico e documentaristico, e nel modo in cui nel tempo sono state strutturate alcune pratiche, concepite come dei veri e propri dossier documentari, con documenti che coprono un arco temporale anche molto ampio; un archivio, quindi, inteso non solo come 'memoria-fonte' di sé ma anche come 'memoria-fonte' per sé.
Un'altra importante specificità che va sicuramente sottolineata è che, dal momento della donazione, il complesso documentario si è configurato, oltre che storico, anche di deposito e di uso corrente e questo sia perché il produttore delle carte ha continuato ad utilizzarle a fini di consultazione, studio e lavoro, sia perché l'archivio è stato oggetto di implementazione documentaria fino alla scomparsa di Giulio Andreotti.
L'archivio risulta suddiviso in due sezioni; nella prima (1.100 buste) le carte sono organizzate in 15 serie documentarie a carattere tematico, articolate in sottolivelli: Camera dei deputati, Cinema, Democrazia cristiana, Discorsi, Divorzio, Elezioni, Europa, Fiumicino, Governi, Parlamento, Personale, Scritti, Senato, Trieste, Vaticano. La seconda sezione (2.400 buste) è costituita da fascicoli corrispondenti a pratiche con classifica numerica (da 1 a 10.566), contenenti carte relative ad affari diversi (personalità, eventi, soggetti).

Info acquisizioneAcquisito dall'Istituto Luigi Sturzo, con atto di donazione del senatore Giulio Andreotti in data 10 luglio 2007.
Ordinamento e strutturaLe attività di ordinamento ed inventariazione, finalizzate al recupero delle originarie modalità di raccolta e organizzazione delle carte, sono ancora in corso.
L'archivio ha una struttura di tipo essenzialmente tematico con numerose interconnessioni tra le due sezioni (seriale e numerica) ed è frequente la presenza di documentazione conservata sciolta, non classificata, erroneamente classificata o mal riposizionata a causa del continuo riutilizzo dei materiali; questo comporta che anche le serie e le pratiche già inventariate possono essere oggetto di revisione, modifica e aggiornamento.
ContenutoL'archivio conserva documentazione cartacea relativa alla sfera sia privata che pubblica e offre una significativa testimonianza della sua lunga attività di uomo di governo e di partito, di studioso, di giornalista e di saggista. Le carte testimoniano attraverso un percorso impostato sia sulle vicende biografiche, sia sulle esperienze politiche, culturali e professionali, il ruolo istituzionale, come ministro e presidente del Consiglio, con particolare riguardo alla politica estera e comunitaria, l'attività nel partito della Democrazia cristiana, ma anche rapporti con istituzioni e personalità della Chiesa, della cultura, dell'arte, dello sport, sia a livello nazionale che internazionale.
Un'ulteriore conferma di questa funzione è data anche dalla ricchezza e dalla consistenza del materiale bibliografico allegato alle pratiche: si tratta di stampati diversi (libri, opuscoli, pubblicazioni periodiche) di entità al momento non quantificabile, ai quali è stato assegnato il numero di classifica o di posizione delle carte di riferimento, che risulta apposto generalmente sul frontespizio; questi materiali in una prima fase della vita dell'archivio sono stati inseriti all'interno dei fascicoli stessi, per poi cominciare ad essere conservati ed organizzati separatamente, fino a costituire una sorta di archivio bibliografico parallelo alle carte.
Nell'archivio è presente anche un consistente nucleo di documentazione fotografica, di quantità non precisabile, oltre a materiali sonori e audiovisi.
Le fotografie sono riconducibili a momenti sia pubblici che privati e riguardano gli incarichi istituzionali e di governo, l'attività politica e di partito (in occasione di visite ufficiali, manifestazioni, cerimonie, incontri, riunioni ed assemblee), il contesto familiare, documentando numerosi episodi della vita di Andreotti a partire dalla seconda metà degli anni '40. La maggior parte della documentazione fotografica è conservata nei fascicoli, all'interno delle serie o delle pratiche dell'archivio; una sezione è invece pervenuta sciolta o conservata in album fotografici relativi, tranne alcune eccezioni, ad un singolo evento o manifestazione ed il cui allestimento risulta essere, nella maggioranza dei casi, originale e coevo all'evento stesso; si tratta di album il più delle volte destinati a documentare manifestazioni ufficiali, di carattere istituzionale e politico, recanti una didascalia originale sulla copertina o sul frontespizio, predisposti dall'istituzione o ente organizzatore e contenenti talora dediche a ricordo dell'avvenimento.
Molto particolari sono, inoltre, la ricca collezione di menu 'storici' conservati a partire dai primi anni '50, in occasione di viaggi, incontri di carattere istituzionale e vertici internazionali e la raccolta sistematica delle vignette e delle caricature che hanno ritratto Giulio Andreotti dalla seconda metà degli anni '40 fino al 2004.
Strumenti archivisticiSchedario cartaceo alfabetico originale; inventari analitici cartacei e informatizzati.
Le serie e le pratiche inventariate sono in corso di pubblicazione online sul sito dell'Istituto Luigi Sturzo.
ConsultabilitàIn base alla normativa vigente.
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Luigi Scoppola Iacopini, I «dimenticati» italiani in Libia. Da colonizzatori a profughi 1943-1976, Roma, Aracne Editrice, 2020. Nuova edizione riveduta e ampliata
Giulio Andreotti e la politica estera italiana negli anni ottanta, in «Ventunesimo secolo», 2020, n. 47
Die schwierige Versöhnung Italien, Österreich und Südtirol im 20. Jahrhundert, a cura di Andrea Di Michele, Andreas Gottsmann, Luciano Monzali, Karlo Ruzicic-Kessler, Bolzano, University Press, 2020
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Giulio Andreotti. Cara Liviuccia. Lettere alla moglie, a cura di Serena Andreotti e Stefano Andreotti, Milano, Solferino, 2022
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Paolo De Giovanni, I cattolici italiani e la Cina. Storia dei rapporti politici, culturali ed economici (1949-1992), prefazione di Agostino Giovagnoli, Milano, Guerini e Associati, 2023 (La via della seta, n. 8) 
Giovanni Lella, François Mitterrand et le "projet Spinelli": un tournant fédéraliste?, in «Journal of European Integration History», 2023, vol. 29, n. 2 
Giovanni Lella, Du malentendu à la coopération. La France, l'Italie et l'entrée de l'Espagne dans la Communauté européenne, in «Studi Politici», 2023, vol. 2, n. 1 
Augusto D'Angelo, «Bisogna smettere di armare il mondo». Giulio Andreotti - Giorgio La Pira carteggio (1950-1977), prefazione del card. Matteo M. Zuppi, Firenze, Polistampa, 2024 (I libri della Badia, n. 32).

Luoghi Roma; Latina; Frosinone; Viterbo; Parigi; Chicago; Toruń; Polonia; South Bend; Indiana; La Plata; Salamanca; New York; Varsavia; Pechino; Sofia; Washington; Toronto; Buenos Aires; Cracovia; Mosca; Fiumicino; Trieste; Urbino;
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Enti Democrazia cristiana; Istituto Luigi Sturzo; Federazione universitaria cattolica italiana; Azione Fucina, periodico; Partito popolare italiano; Punta (La), periodico; Democrazia cristiana. Congresso nazionale (V, Napoli, 1954); Democrazia cristiana. Movimento giovanile; Democrazia cristiana. Consiglio nazionale; Consulta nazionale; Assemblea costituente; Camera dei deputati; Senato della Repubblica; Presidenza del Consiglio dei ministri; Unione interparlamentare. Gruppo italiano; Democrazia cristiana. Direzione centrale; Gruppo parlamentare della Democrazia cristiana alla Camera dei deputati; Parlamento europeo; Unione europea democratico-cristiana; Concretezza, periodico; 30 Giorni nella Chiesa e nel mondo, periodico; Centro studi ciceroniani; Pontificia università lateranense; Ministero dei beni e delle attività culturali. Soprintendenza archivistica per il Lazio; Ministero della difesa; Formiche, periodico; mondo degli; Sapienza Università di Roma; Lancillotto e Nausica. Critica e storia dello sport, periodico; Bollettino d'archivio dell'Ufficio storico della Marina militare, periodico; Avvenire, periodico; Nuova storia contemporanea, periodico; Cold war history, periodico; Adige (L'), periodico; Regno (Il), periodico; Contemporanea, periodico; Archivi, periodico; Studi storici, periodico; Università degli studi di Milano; Università di Pisa; European union liaison committee of historians; Bollettino della Società di studi valdesi, periodico; Linus, periodico; Annali dell'Istituto italiano per gli studi storici, periodico; Quaderni della Brianza (I), periodico; Schermi. Storie e culture del cinema e dei media in Italia, periodico; Università degli studi Roma Tre; Università cattolica del Sacro Cuore, Milano; Storiografia, periodico; Journal of european integration history, periodico; Storia dello sport, periodico; Ventunesimo secolo, periodico; discovery; Modern Italy, periodico; Pensiero economico italiano (Il), periodico; Storia e politica, periodico; Rivista italiana di storia internazionale, periodico; Giornale di storia contemporanea, periodico; Historia, periodico; Europe en formation (L'), periodico; Università degli studi di Messina; Studi urbinati, periodico; Pensiero storico (Il), periodico; Badia. Quaderni della Fondazione Giorgio La Pira (La), periodico;