Mario Scelba

Data1918 - 2003
Note alla datacon 2 docc. del 1867 e con all. del 1865, 1887, 1897.
Consistenza295 buste
Storia istituzionale/biografiaMario Scelba nasce a Caltagirone il 5 settembre 1901.
Dopo aver compiuto gli studi classici, alla fine del 1920 si trasferisce a Roma per seguire un corso di formazione politica promosso dall'Azione cattolica; nella capitale matura la decisione di iscriversi alla facoltà di giurisprudenza. Per mantenersi agli studi lavora presso gli uffici della Direzione nazionale del Partito popolare italiano divenendo, successivamente, il segretario particolare di Luigi Sturzo fino alla partenza del sacerdote per l'esilio nel 1924.
Nel dicembre del 1924 si laurea in giurisprudenza con una tesi su «Il decentramento regionale» discussa con l'ex presidente del Consiglio Salandra. Svolge un'intensa attività pubblicistica divenendo animatore del settimanale «L'Idea popolare» che, in seguito alla chiusura de «Il Popolo» nel 1925, continua a tenere desto il dibattito sulle prospettive dell'azione politica dei cattolici; il periodico conosce, però, una vita breve poiché nell'ottobre 1926 sarà costretto a sospendere le pubblicazioni. Partecipa, quindi, all'iniziativa editoriale di una nuova rivista, «Parte guelfa», che con toni vivaci polemizza con il regime fascista proclamando al tempo stesso la propria autonomia rispetto alle posizioni ufficiali della Chiesa.
Nel giugno del 1925 partecipa a Roma al V Congresso nazionale del Partito popolare italiano sostenendo apertamente la scelta repubblicana. Nel frattempo esercita attivamente la professione di avvocato civilista.
Stringe rapporti di amicizia con autorevoli esponenti del Partito popolare italiano, tra cui Alcide De Gasperi e Giuseppe Spataro contribuendo incisivamente alla stesura delle Idee ricostruttive della Democrazia Cristiana, primo documento programmatico del nuovo partito, la Democrazia cristiana, nonché alla ripresa delle pubblicazioni de «Il Popolo» a partire dall'ottobre 1943 insieme a Guido Gonella.
Dopo la liberazione di Roma, il 4 giugno 1944, entra a far parte della «Pentarchia» che assume provvisoriamente la guida della Democrazia cristiana per essere eletto, durante il I Congresso interregionale svoltosi a Napoli nel luglio 1944, vice segretario politico del partito.
È nominato ministro delle Poste e Telecomunicazioni nel governo presieduto da Ferruccio Parri, in carica dal giugno al dicembre 1945, mantenendo tale incarico fino al 1947 nei primi due governi presieduti da Alcide De Gasperi. Nel 1946 è eletto all'Assemblea costituente nella circoscrizione della Sicilia orientale ed entra a far parte della Consulta nazionale. Nel febbraio del 1947, con il III governo De Gasperi, assume la guida del Ministero dell'interno che conserverà ininterrottamente, fino al luglio del 1953, salva una breve interruzione dal luglio al settembre 1952 per motivi di salute.
Nella I legislatura (1948-1953) è eletto alla Camera dei deputati nella circoscrizione di Catania; nella II legislatura, nonostante il mancato successo dei partiti di centro che non raggiungono il quorum necessario a far scattare il premio di maggioranza, consegue una brillante affermazione personale con l'elezione alla Camera nelle circoscrizioni di Bologna, Parma, Catania. Rifiuterà di entrare nella compagine governativa.
Caduto il governo Pella, il 10 febbraio 1954 riceve l'incarico di formare il nuovo governo, un quadripartito centrista (con la partecipazione diretta della Democrazia cristiana, del Pli, del Psdi e l'appoggio esterno del Pri) che sarebbe rimasto in carica fino al 2 luglio 1955. Accanto alla presidenza del Consiglio tiene per sé il dicastero dell'Interno.
La politica estera del suo governo che segna, tra l'altro, il ritorno di Trieste all'Italia, si muove nel segno dell'europeismo avviando i negoziati per la costituzione della Comunità europea di difesa.
A partire dal 1955 Scelba è membro della II Commissione Rapporti con l'estero, colonie alla Camera, nel 1957 della Commissione speciale per la ratifica dei trattati istitutivi della Cee e dell'Euratom.
Nella III legislatura (1958-1963) è rieletto alla Camera nella circoscrizione di Catania. Il suo impegno è legato alla I Commissione Affari costituzionali di cui è nominato presidente e alla III Affari esteri .
Nel 1959 è designato quale rappresentante dell'Italia al Parlamento europeo, vedendo negli anni successivi riconfermato il suo mandato fino alle elezioni del 1979, le prime a suffragio universale diretto, nelle quali non riuscirà, però, ad essere eletto.
Nel III governo Fanfani, in carica dal 26 luglio 1960 al 21 febbraio 1962, è chiamato nuovamente a guidare il Ministero dell'interno. È il momento in cui l'Alto Adige è attraversato da profonde tensioni fronteggiate con l'adozione di misure straordinarie per la tutela dell'ordine pubblico e la nomina di una commissione di studio incaricata di formulare proposte utili capaci di promuovere la collaborazione tra i gruppi etnico-linguistici.
In questi anni è animatore della corrente Centrismo popolare, le cui posizioni sono veicolate dal settimanale «Il Centro».
Nella IV legislatura, nuovamente eletto nella circoscrizione di Catania, è membro della III Commissione Affari esteri. Il 30 marzo 1966 una nuova elezione lo porta alla presidenza del Consiglio nazionale della Democrazia cristiana, incarico che ricoprirà fino all'8 luglio 1969.
Nella V legislatura (1968-1972) è eletto al Senato nella regione Sicilia, collegio di Acireale, è membro della III Commissione Affari esteri di cui, nel 1972, assumerà la presidenza; partecipa anche ai lavori della Giunta consultiva degli affari delle Comunità europee, poi Giunta per gli affari delle Comunità europee.
In ambito comunitario, dopo aver ricoperto la carica di presidente della Commissione politica del Parlamento europeo, vice presidente del gruppo parlamentare del Partito popolare europeo, l'11 marzo 1969 è eletto presidente del Parlamento europeo, incarico che gli viene riconfermato l'anno seguente per acclamazione.
Nella VI legislatura (1972-1976) è eletto alla Camera nella circoscrizione di Catania, ma sceglie il Senato dove risulta eletto nella regione Sicilia. È ininterrottamente presidente della III Commissione Affari esteri e membro della Giunta per gli affari delle Comunità europee che presiederà nella VII legislatura (1976-1979).
Nell'VIII legislatura (1979-1983) vede riconfermata la sua elezione al Senato, nel collegio della città natale; questi anni lo vedono impegnato nuovamente come presidente della Giunta per gli affari delle Comunità europee e membro della III Commissione.
Nel 1983 annuncia la decisione di ritirarsi dalla vita politica. Muore a Roma il 29 ottobre 1991.
Storia archivisticaLa prima parte del fondo è stata dichiarata di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio nel 1981; la seconda parte nel 2007.
Info acquisizioneDonazione in successivi versamenti. Nello specifico si veda il campo Contenuto.
ContenutoIl fondo è costituito da 261 faldoni giunti all'Istituto attraverso più versamenti successivi.
Ad oggi sono stati riordinati 203 faldoni, oggetto di due diversi versamenti che hanno prodotto quindi due inventari cartacei e informatizzati, per la cui descrizione si rimanda alle schede di ciascun intervento.
In particolare:
Il I versamento, per un totale di 175 faldoni, dispone di un inventario sommario cartaceo e informatizzato.
La tipologia e i contenuti della documentazione sono simili a quelli del II versamento, con particolare riferimento ai discorsi tenuti da Scelba e alla rassegna stampa.

Il II versamento, per un totale di 28 faldoni, dispone di un inventario analitico cartaceo e informatizzato

Il subfondo riguardante il Partito Popolare Italiano, per un totale di 4 faldoni, dispone di un inventario in formato word che, oltre a essere disponibile in sede, è stato qui allegato.
La documentazione riguarda prevalentemente i rapporti intercorsi tra il partito di Sturzo e le sedi periferiche. Oltre alla corrispondenza e alle circolari sono presenti anche i verbali di alcune Direzioni nazionali e di alcuni Consigli nazionali.
Strumenti archivisticiInventario sommario cartaceo e informatizzato della prima parte (175 buste) a cura di Elvira Raponsoli e Alessia Ricci.

Inventario analitico cartaceo e informatizzato della seconda parte (28 buste pari a 448 fascicoli) a cura di Piera Cipriani.

Inventario analitico cartaceo del subfondo Partito Popolare Italiano a cura di Gabriele Litrico. Questo inventario è qui allegato in formato word.
ConsultabilitàLiberamente consultabile ai sensi della normativa archivistica vigente.
Luoghi Caltagirone; Roma; Catania; Bologna; Parma; Trieste;
Persone Sturzo Luigi; De Gasperi Alcide; Spataro Giuseppe; Gonella Guido; Parri Ferruccio; Pella Giuseppe; Fanfani Amintore;
Enti Azione cattolica italiana; Partito popolare italiano. Direzione nazionale; Sopraintendenza archivistica per il Lazio; Istituto Luigi Sturzo. Archivio storico; Idea popolare (L'), periodico; Popolo (Il), periodico; Parte guelfa, periodico; Partito popolare italiano. Congresso nazionale (V); Democrazia cristiana; Assemblea costituente; Ministero delle poste e telecomunicazioni; Ministero dell'interno; Camera dei deputati; Partito liberale italiano; Partito socialista democratico italiano; Partito repubblicano italiano; Presidenza del consiglio dei ministri; Comunità europea di difesa; Camera dei deputati. I Commissione permanente; Camera dei deputati. II Commissione permanente; Camera dei deputati. III Commissione permanente; Parlamento europeo; Centro (Il), periodico; Democrazia cristiana. Consiglio nazionale; Senato della Repubblica. Giunta per gli affari delle comunità europee; Senato della Repubblica. Commissione speciale per l'esame del disegno di legge di ratifica dei trattati istitutivi della Comunità europea e dell'Euratom;