Gennaro Cassiani

Data1914 - 2010
Note alla dataCon un documento del 2010
Consistenza10 buste
Storia istituzionale/biografiaGennaro Cassiani nasce a Spezzano Albanese il 19 settembre 1903, primogenito di Ferdinando Cassiani e di Teresa Arabia. Essendo l'ambiente natale non particolarmente stimolante per lui, che rivela un ingegno precoce, fin dall'istruzione elementare viene trasferito a Cosenza per studiare. Trascorre la sua infanzia nella casa dei nonni materni, lontano dai fratelli e dai genitori. Gli anni trascorsi presso il liceo Telesio di Cosenza sono importanti per la sua formazione, poiché incontra insegnanti prestigiosi, come Nicola Misasi e Pietro Mancini. Negli anni del liceo egli non si dedica solo allo studio, ma anche al giornalismo, studentesco e non. È tra i promotori di un quindicinale giovanile nominato «La Fiaccola»; dalle adesione giunte al giornale da parte di professori, letterati e giornalisti, si deduce la capacità di Cassiani nel diffondere la testata.
Nell'anno accademico 1921-1922 si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Napoli. Mentre si prepara con studi approfonditi alla professione forense, si occupa di letteratura, di storia, di arte e di poesia, interpretando la figura del così detto intellettuale umanista. Si laurea con una tesi intitolata "Il diritto alla resistenza individuale e collettivo. Il diritto alla ribellione", assumendo un deciso e aperto atteggiamento antifascista, che gli causa non poche intimidazioni, in quanto accusato di professare idee incompatibili con l'interesse nazionale. Appena laureato Cassiani inizia il praticantato dell'esame di abilitazione alla professione legale e, volendo assolvere i doveri militari, presenta domanda alla scuola allievi ufficiali; ma la domanda viene respinta. Nella lettera del ministero della Guerra, di risposta al ricorso presentato dal padre avvocato, si legge: «Per decidere con la maggiore possibile cognizione dei fatti sul ricorso presentato dalla S.V. contro il provvedimento di negata ammissione di suo figlio Cassiani Gennaro nei corsi ufficiali di complemento testé istituiti, questo ministero ha fatto compiere nuove accurate indagini sulla consistenza dei motivi che indussero il provvedimento suddetto. Tali indagini hanno confermato che detto suo figlio professa idee politiche non compatibili in chi aspira a coprire il grado di ufficiale del regio Esercito, idee che egli ha manifestato anche a mezzo della stampa e che perciò sono di dominio pubblico, [...]. Pertanto questo Ministero deve tener fermo il provvedimento adottato [...]».
Superato l'esame di abilitazione professionale diviene ben presto uno dei più affermati penalisti della Calabria e costituisce una rete di corrispondenti con colleghi già affermati e illustri che, a giudicare dalla corrispondenza presente nel fondo, manifestano una notevole considerazione nei suoi confronti.
A partire dal 1926 riprende e intensifica l'attività di conferenziere, che non è possibile ricostruire nella sua interezza ma di cui è rimasta memoria documentaria nelle sue carte, grazie alla presenza dei testi e, spesso, anche dei carteggi intercorsi a riguardo.
Nel 1931 nasce l'idea di fondare e promuovere una rivista, «Tribunali calabresi», rassegna bimestrale forense, il cui primo numero risale al marzo di quell'anno. L'impianto della rivista rispecchia il suo fondatore, visto il dichiarato carattere giuridico non privo però di riferimenti storici e letterari. Ogni numero risulta infatti composto di più parti: quella giuridica, che ospita la pubblicazione di arringhe di famosi penalisti seguita da questioni di giurisprudenza; quella relativa alla storia giuridica e infine, quella contenente ritratti di giuristi e personaggi famosi oltre che recensioni di libri e testi letterari.
Il 16 luglio 1932, dopo un breve fidanzamento, Gennaro Cassiani si unisce in matrimonio con Maria Stancati. Intanto il fascismo, al quale Cassiani si era opposto fin dagli esordi, stava guadagnando consensi tra gli italiani in un clima di approvazione all'estero. Di fronte ai provvedimenti legislativi con i quali il regime fascista inizia gradualmente a cambiare l'ordinamento italiano, Cassiani, sensibile alle problematiche sociali e attento alle questioni che affliggevano la sua Calabria, si chiede se la Carta del lavoro, varata nel 1927, possa essere la soluzione per migliorare le condizioni di vita dei contadini nelle campagne calabresi, e decide di pubblicare nel 1932 un opuscolo dal titolo Il Nuovo patto sociale, duramente criticato dal periodico romano «Ottobre», "giornale del fascismo universale".
Tra il 1933 e il 1935 Gennaro Cassiani è colpito da alcuni lutti familiari: la morte della prima bambina Maria Teresa dopo poche ore di vita, il nonno materno Ambrogio Arabia e, a distanza di quattro mesi, l'inattesa e prematura scomparsa del padre Ferdinando.
Nel 1936 Cassiani partecipa alla prima settimana di cultura religiosa a Camaldoli organizzata dal Movimento dei laureati, nato nel 1932 dalla Federazione Universitaria Cattolica Italiana su iniziativa di monsignor Giambattista Montini, Igino Righetti, Guido Gonella e altri, proponendosi come alternativa culturale al fascismo. Durante questa determinante esperienza conosce Giuseppe Spataro al quale resterà legato da un rapporto di profondo rispetto e amicizia. Intensifica l'attività giornalistica scrivendo per «Parola di vita», periodico dei cattolici cosentini, animando una serie di attività che hanno contribuito a dare linfa vitale al movimento cattolico calabrese. Divenuto presidente dei laureati cattolici della Calabria, al fine di renderli consapevoli della pressione e della coercizione esercitata su di loro dal regime fascista, intensifica l'attività oratoria. Nonostante il periodo storico buio, Cassiani è convinto del ruolo di primo piano che presto i cattolici italiani avrebbero assunto nella vita sociale.
Stava cambiando qualcosa all'interno del movimento politico dei cattolici, poiché l'errore della guerra avrebbe segnato la fine del fascismo e ciò avrebbe implicato un impegno maggiore tra coloro che erano stati dirigenti anche periferici del Partito popolare. Il motore del gruppo è Giuseppe Spataro, i cui incontri con i rappresentanti delle diverse regioni diventano quotidiani, mentre Alcide De Gasperi ne è il leader; quest'ultimo nel 1943 scrive le Linee di ricostruzione, Spataro le diffonde e per il 19 marzo 1943 convoca a casa sua coloro che avrebbero costituito i terminali periferici della rete politica che si stava costruendo. A tal proposito Cassiani scrive: «[...] la campana senza rintocchi, come sempre avviene per le cose proibite, chiamava alcuni di noi all'attività clandestina. Io la inizio il 19 marzo 1943 con un viaggio a Roma diretto a via Cola di Rienzo, dove è la casa di Peppino Spataro, che mi aveva chiamato, conoscendo il mio contributo all'antifascismo cattolico [...]. Trovai la casa piena di una folla di persone sconosciute le une alle altre. Venivano dalle varie province italiane [...] parlai a lungo con il padrone di casa e insieme ci recammo a Piazza San Pietro per un incontro con De Gasperi [...]». Inizia così la vera e propria attività politica di Cassiani nel partito che sarebbe diventato la Democrazia Cristiana, prima in maniera clandestina nei mesi che vanno dall'aprile al luglio 1943, poi apertamente dopo la liberazione di Napoli. Il periodo della clandestinità è breve ma intenso nel Mezzogiorno, Cassiani incita e sprona i laureati cattolici, diffonde le idee degasperiane, descrive l'inizio del «lungo cammino attraverso i centri abitati della Calabria», e «le riunioni in case private dei paesi e nei casolari a colloquio con i contadini».
Nella notte tra il 25 e il 26 luglio 1943 il Gran Consiglio del fascismo vota la sfiducia a Mussolini, il re lo destituisce e nomina presidente del Consiglio Pietro Badoglio che costituisce un ministero di tecnici e militari. I democratici cristiani dopo le degasperiane Linee di ricostruzione, proseguono l'elaborazione del documento programmatico che evolve in Idee ricostruttive della Democrazia Cristiana sotto la veste di un piccolo opuscolo a stampa diffuso in migliaia di copie. Spataro progetta un primo convegno nazionale della Democrazia Cristiana; nelle sue carte è possibile rintracciare i nomi dei rappresentanti di regione e di provincia e, per la Calabria, c'è il nome di Cassiani.
L'Italia si trova divisa in due, dal Garigliano in su sotto la dominazione dei tedeschi, la restante parte ospita il re e il governo Badoglio, prima a Bari poi a Salerno. Punto di riferimento per i democratici cristiani delle regioni meridionali è Napoli dove i Comitati di Liberazione Nazionale e i partiti svolgono una dinamica attività. Nelle carte di Cassiani riconducibili a questo periodo si trova un ciclostilato dattiloscritto dal titolo Libertà, che pur essendo anonimo recita: «A tutti diciamo: muoviamoci e prepariamoci», appello che Cassiani era solito rivolgere ai giovani cattolici; il documento è contrassegnato dallo scudo crociato già simbolo del Partito Popolare, ma non era stato ancora adottato come simbolo della Democrazia Cristiana. Il Comitato di Liberazione Nazionale di Napoli, in accordo con i Comitati di Liberazione Nazionale delle altre regioni, si assume il compito dell'organizzazione di un convegno che si sarebbe svolto il 20 dicembre 1943 ma che di fatto non era autorizzato. Cassiani scrive: «Un intervento delle autorità militari alleate di Napoli vietò il congresso in quella città vicina al fronte di guerra, forse anche per l'estrema gravità degli argomenti all'ordine del giorno».
Il 28 gennaio 1944 a Bari si apre il Congresso dei Comitati di Liberazione Nazionale e Cassiani partecipa in rappresentanza della Democrazia Cristiana cosentina. Nei mesi successivi Badoglio si impegna a far entrare i rappresentanti del Comitato di Liberazione Nazionale nel governo. Dopo la liberazione di Roma, il Re nomina suo Luogotenente Umberto, il quale facilita il passaggio dal governo Badoglio al governo formato dal Comitato Centrale di Liberazione Nazionale a capo del quale è nominato Ivanoe Bonomi; la scelta dei ministri e dei sottosegretari è rapida, tra l'8 e il 9 giugno 1944, ma Cassiani non entra a far parte del governo.
Cassiani è nominato sottosegretario al ministero dei Lavori Pubblici il 12 dicembre 1944 nel secondo governo Bonomi, mentre la carica di ministro è ricoperta da Meuccio Ruini. Appena nominato sottosegretario, per assolvere al meglio il compito affidatogli, si trasferisce a Roma con tutta la famiglia. Il 25 aprile 1945 l'Italia viene liberata, il Paese riacquista l'unità territoriale ma si apre una crisi di governo che, dopo lunghe trattative, il 21 giugno 1945 giunge alla formazione del governo Parri, nel quale Cassiani viene nominato sottosegretario al ricostituito ministero del Lavoro soppresso da Mussolini nel 1923, mentre la nomina di ministro va a Gaetano Barbareschi. Verrà riconfermato anche nei successivi due governi De Gasperi, ma non è riconfermato nel suo incarico di governo nel terzo e quarto gabinetto De Gasperi a causa del meccanismo della "rotazione". Prosegue però il lavoro di deputato costituente prodigandosi per l'autonomia regionale, nella quale vede «non soltanto la fine del sistema accentratore che è alla base della struttura liberale dello Stato italiano, ma vedo anche il frantumarsi di ogni conato di dottrina liberticida […]. Io vedo nelle autonomie regionali il limite ed il freno allo strapotere del Governo e delle deviazioni del Parlamento attraverso la partecipazione diretta e vicina del popolo al governo della cosa pubblica […]».
Nel luglio 1947 a Napoli ha luogo, su iniziativa dei gruppi giovanili della Democrazia Cristiana un convegno di studi per i problemi del Mezzogiorno, mentre nel settembre dello stesso anno nella città partenopea si apre il secondo congresso della Democrazia Cristiana in cui si decide per la formazione di un comitato permanente per il Mezzogiorno, che vede Luigi Sturzo nominato presidente e Cassiani segretario; inizia tra i due un periodo di intensa collaborazione testimoniato però solo da brevi tracce documentali.
Le elezioni politiche del 1948 riconfermano Cassiani leader della Democrazia Cristiana calabrese, mentre De Gasperi per il suo quinto governo gli affida l'incarico di sottosegretario alla Giustizia, date le sue competenze in materia, presiedendo inoltre la commissione per la riforma della previdenza degli avvocati. Giunto rapidamente al capolinea anche il quinto gabinetto De Gasperi, Cassiani si dedica ai problemi del Mezzogiorno, che tanto gli stavano a cuore.
Nel 1951 il ministro degli Esteri Carlo Sforza incarica Cassiani di una missione in Uruguay per l'insediamento di André Martinez Trueba come presidente della Repubblica Orientale dell'Uruguay e con l'occasione Cassiani visita le comunità italiane, facendosi portavoce delle loro problematiche.
Nel settimo governo De Gasperi a Cassiani viene affidato il ruolo di sottosegretario al ministero del Tesoro con una delega per il risarcimento dei danni di guerra, onere assai delicato visti i persistenti problemi post bellici. Occupa tale incarico sia nell'ottavo gabinetto De Gasperi che nel successivo governo Pella, in cui si aggiunge anche la delega per le pensioni.
Il 10 febbraio 1954 nel governo Scelba, Cassiani è nominato ministro delle Poste e delle Comunicazioni, con il compito specifico di estendere la rete, moltiplicare i ripetitori in modo che la televisione possa giungere anche nei paesi più sperduti; il ministero aveva acquisito importanza proprio con l'attivazione di questo nuovo mezzo di comunicazione. Viste le numerose alluvioni che avevano colpito la regione e grazie alla profonda intesa con Scelba, allora presidente del Consiglio, questi presenta un disegno di legge con procedura d'urgenza su «Provvedimenti straordinari per la Calabria».
Entrato in crisi il governo Scelba termina il compito di Cassiani come ministro delle Poste ma, con il nuovo governo Segni, gli viene affidato il ministero della Marina Mercantile che, come vedremo, sarà per lui l'incarico ricoperto più a lungo. Nel novembre 1955 si reca in Turchia per stabilire accordi con quel governo in materia di traffici marittimi. Come ministro della Marina Mercantile assiste al tragico naufragio dell'Andrea Doria, per il quale nomina immediatamente una commissione d'inchiesta. Rimane al ministero della Marina Mercantile anche nel successivo governo presieduto da Adone Zoli.
Nel maggio 1958 esce il primo numero di una nuova rivista, «Oggi e domani» che vuole essere la continuazione ideale delle precedenti iniziative pubblicistiche di Cassiani, con un contenuto prevalentemente politico accompagnato da notizie internazionali. Dal 1959 il direttore responsabile è il figlio Ferdinando.
Cassiani viene nominato presidente della Commissione Giustizia la prima volta nel 1960, quando è ancora deputato. Agli albori delle elezioni politiche del 1968, Cassiani si candida al Senato nel Collegio Castrovillari-Paola e viene rinominato presidente della stessa Commissione, occupandosi di due argomenti di grande rilievo: il disegno di legge per la delega al governo per emanare un nuovo codice di procedura penale e la proposta di legge Baslini-Fortuna per l'introduzione dell'istituto giuridico del divorzio in Italia. Nel 1972 durante il governo Andreotti è nuovamente ministro della Marina Mercantile.
Dal dicembre 1944 al maggio 1976 oltre a ricoprire incarichi nelle istituzioni nazionali, come parlamentare o membro del governo, si occupa di altre iniziative, dedicando un'attenzione particolare all'Unione Nazionale per la lotta contro l'analfabetismo, contribuendo alla costituzione dell'Istituto di Studi Storici, Giuridici e Sociali Italia-USA, e attivandosi per la costituzione dell'Unione delle Comunità Italo-Albanesi. Continua a dedicarsi all'attività pubblicistica facendo uscire a Roma nel 1945 la rivista «Tribunali», continuazione ideale di «Tribunali Calabresi» con un contenuto però meno connotato dai temi giuridici, e poi della testata «Tribune» nel 1947. Si concentra alla stesura del volume Le pietre che vede la luce nel 1977, e nel quale ripercorre le vicende politiche da lui vissute.
Cassiani muore a Roma il 14 luglio 1978 all'età di 75 anni.
Storia archivisticaIl fondo è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza Archivistica per il Lazio in data 13 febbraio 2006.
Info acquisizioneDonazione.
Ordinamento e strutturaTenendo presente l'ordinamento originario con cui il fondo è pervenuto e non volendo perdere traccia degli interventi operati dai familiari nell'affiancare al nucleo di documentazione originale un cospicuo numenro di carte utili per un'esaustiva analisi della documentazione, il fondo risulta articolato nelle seguenti quattro serie:
I serie Corrispondenza
II serie Scritti di Gennaro Cassiani
III serie Scritti su Gennaro Cassiani
IV serie Documentazione personale e professionale
ContenutoLa documentazione riguarda il periodo giovanile, gli anni della professione forense e gli anni dell'attività politica che lo videro, oltre che tra i fondatori della Democrazia Cristiana, anche consultore nazionale nel 1944, deputato della Costituente dal 1946 al 1948, deputato dal 1948 al 1968 e senatore della Repubblica dal 1968 al 1976, sottosegretario per nove volte, ministro delle Poste e Telecomunicazioni e ministro della Marina Mercantile.
Strumenti archivisticiInventario analitico cartaceo e informatizzato a cura di Alessandra Montuori.
ConsultabilitàLiberamente consultabile ai sensi della normativa archivistica vigente.