Antonino Anile
Data | 1905 - 1969 | |
Note alla data | Nell'intervallo delle date estreme non è compresa la lettera dell'11 luglio 1990 scritta da Domenico Galati al professor Carlo Bo, relativa al lavoro di trascrizione ed edizione di alcuni inediti di Antonino Anile. | |
Consistenza | 9 buste | |
Storia istituzionale/biografia | Antonino Anile, scienziato, poeta ed esponente di rilievo del Partito popolare italiano, nasce a Pizzo Calabro il 20 novembre del 1869, da Leoluca e Amalia Tozzi. Negli anni in cui frequenta il liceo classico Filangieri a Monteleone, dimostra sensibilità e interesse per le lettere. Ma i familiari, piccoli proprietari terrieri attivi anche nel campo del commercio, condizionano le sue scelte universitarie, orientandolo agli studi di medicina. Dopo la laurea, conseguita all'Università di Napoli nel 1894, diviene assistente del professor Antonelli e dal 1908 al 1911 insegna la disciplina di Anatomia descrittiva e topografica. Nel 1912, ottiene la cattedra in Anatomia artistica presso la R. Accademia di Belle arti di Napoli e in seguito presso l'Accademia di Roma. Durante gli anni della sua professione di medico e di ricercatore, Anile è autore di un'ampia trattatistica scientifica. I suoi contributi riguardano l'anatomia umana (Elementi di anatomia umana topografica, Torino, 1918; Anatomia sistematica dell'uomo, Napoli, 1919); ricerche sulle ghiandole duodenali (1903); sui villi intestinali (1914); sulla corteccia cerebrale (1940). Si occupa anche degli studi di Leonardo da Vinci e di F. Cesi. "L'indagine scientifica - scrive Ambrosoli - era considerata dall'Anile come un mezzo per accostarsi a Dio e riconoscerne l'opera creativa: l'ordine della natura, nelle sue infinite manifestazioni, era la più efficace prova dell'esistenza di Dio". La sua passione letteraria, tuttavia, non viene mai meno. Agli anni 1889-1939 risale infatti una costante attività poetica che si traduce nelle raccoltePrimum mane (1889); Intermezzo di sonetti (1893); Ultimo sogno (1901); Poesie (1921), che raccoglie Primi tumulti, Sonetti dell'anima e La croce e le rose (1902-1909); Sonetti religiosi (1923); Nuovi sonetti religiosi (1931); Bellezza e verità delle cose (1935); Le ore sacre (1937); L'ombra della montagna (1939); e l'inedito Estuari, che la famiglia Galati e il professor Carlo Bo avrebbero curato, alla fine degli anni Ottanta, in una edizione critica non ancora pubblicata. Tra le altre opere di cultura generale e scientifica ricordiamo: La salute del pensiero (1914); Nella scienza e nella vita (1920); Lo Stato e la scuola (1924); Le meraviglie del corpo umano (1942); Questo è l'uomo (1943) ecc. Negli anni che precedettero la prima guerra mondiale, Anile collabora con il «Giornale d'Italia», scrivendo articoli di carattere scientifico e anche letterario. In essi, l'autore esprime la sua visione del mondo, basata sull'idea di provvidenza e spiritualità. Il suo impegno come intellettuale cattolico lo induce a intraprendere anche la carriera politica. Nel 1919 si iscrive al Partito popolare italiano. Il 16 novembre 1919 viene eletto deputato della Camera nelle liste del Collegio di Catanzaro per la XXV Legislatura e viene rieletto nel 1921 e nel 1924. Ambrosoli e Malgeri osservano che Anile si distinse sempre nell'ambito del Partito popolare, assumendo posizioni che non si conciliavano mai del tutto con uno schieramento o con un altro; "in seno al PPI non si identificò con determinati gruppi o correnti, assumendo una sua autonoma libertà di giudizio. Tuttavia, la sua indubbia personalità scientifica e culturale gli permise di emergere tra le figure più in vista e rappresentative del popolarismo". Durante il periodo di attività politica, Anile concentra la sua attenzione sulla scuola e in particolare sul rapporto tra Stato e scuola privata cattolica. Segue il movimento riformatore promosso da G. Lombardo Radice; aderisce al Fascio di educazione nazionale e al Gruppo di azione per la scuola nazionale. Nel 1920 si unisce a P. Gobetti, V. Cento e E. Codignola, nel manifestare il proprio dissenso verso una gestione statale troppo accentratrice e poco attenta al ruolo della scuola nella società quale guida morale e civile. Anile tratta tale questione, anche durante il Congresso del PPI, svoltosi a Napoli il 10 aprile del 1920. La sua relazione, dal titolo "Esame di stato e libertà di insegnamento", sostiene la necessità di varare una riforma che, con l'istituzione dell'esame di Stato, determini una condizione paritaria tra scuola pubblica e scuola privata. Si impegna attivamente alla realizzazione di questo progetto. Dal 5 luglio 1921 al 26 febbraio 1922 è nominato sottosegretario alla Pubblica istruzione, per il settore dell'educazione nazionale, e quando diviene ministro alla Pubblica istruzione, nei due governi Facta (27 febbraio-11 agosto; 12 agosto-30 ottobre 1922), il 23 maggio del 1922, presenta un disegno di legge relativo al problematico rapporto tra Stato e scuola privata cattolica, ma la crisi di governo ne impedisce la discussione in aula e in seguito la proposta non viene più approvata. Anile è sempre coerente con i suoi principi e sostiene in ogni occasione l'idea che la società, e quindi anche la scuola, debba basarsi su valori saldi, ispirati alla fede e tali da prevenire il degrado culturale del tempo. Durante il Congresso della Niccolò Tommaseo, tenutosi a Palermo il 10 settembre 1921, Anile definisce la Chiesa "animatrice di tutte le democrazie"; e all'inaugurazione dell'Università Cattolica di Milano, il 7 dicembre 1921, nel corso del suo intervento parla dell'amore rivolto dalla Chiesa a tutto il mondo. Di fronte alle critiche e alle perplessità dei laici, Anile, nel discorso tenuto al Senato nel marzo del 1922, ribadisce la sua concezione cattolica della scuola e della società. Ma questo pensiero non raccoglie sostegni da parte dello schieramento liberale, che al settore formativo preferisce dare un'impostazione laica. Dal 1923 al 1925 Anile è capo redattore della terza pagina de «Il Popolo» di Donati e collabora a «Politica nazionale» di Fuschini. Dal 1923 diviene membro dell'Accademia pontificia dei Nuovi lincei su nomina di papa Pio XI. Nel 1924 prende parte alla XI Settimana sociale, con un discorso su La civiltà cattolica nella crisi moderna, intervento che Piero Gobetti commenta e sostiene con entusiasmo in «Conscienza» del 27 settembre 1924. Anche in seguito è molto attivo in campo culturale: dal 1925 al 1927 collabora alla «Nuova Antologia»; nel 1925 firma il manifesto crociano degli intellettuali antifascisti ("Una risposta di scrittori, professori e pubblicisti italiani al manifesto degli intellettuali fascisti"), pubblicato sul «Mondo» del 1° maggio e dal 28 al 30 giugno 1925 partecipa all'ultimo Congresso del PPI, con un discorso dal titolo La politica scolastica. Da quando Mussolini assume il potere (17 novembre 1922), Anile non segue l'orientamento dichiaratamente antifascista del suo partito. Infatti, dopo il delitto Matteotti, non si unisce agli aventiniani e quindi non perde il mandato parlamentare; ma da questo momento in poi preferisce ritirarsi dalla vita politica. Muore a Raiano d'Aquila, in Abruzzo il 26 settembre del 1943. Le sue spoglie sono state traslate nella Chiesa di S. Giorgio a Pizzo Calabro l'11 maggio del 1952.L'epitaffio "Antonino Anile poeta di Dio" scritto dall'amico Galati esprime in pieno la personalità e la sensibilità di Anile. Intellettuale attivo e versatile, si applicò con sincero impegno alle scienze come alla letteratura e all'attività politica. Galati osserva che alla sua integrità morale non corrispondeva un vero talento politico; infatti, Malgeri scrive "la sua adesione al popolarismo nacque più da una profonda carica religiosa e dalla convinzione della necessità di un impegno pieno e partecipe dei cattolici alla ricostruzione morale e civile del paese che non dalla piena assimilazione della ideologia e della linea politica del partito di Sturzo [...]. Anile non aveva vissute le esperienze organizzative e le battaglie del movimento cattolico e portò quindi nel PPI soprattutto il peso della sua personalità di uomo di scienza e di cultura e la sua visione dei problemi dell'educazione, che risentiva non poco di influenze idealistiche e gentiliane". | |
Storia archivistica | L'archivio di Antonino Anile nasce dalla raccolta documentaria che Vito Giuseppe Galati ha curato nell'intento di studiare le carte dell'amico, per elaborare su di lui una biografia poi pubbicata nel 1952 con il titolo "Antonino Anile". L'archivio Anile presenta alcune peculiarità, come l'esigua quantità delle carte e la presenza in esse di documentazione relativa a Galati o alla signora Maria Pekle, vedova dell'Anile. Si potrebbe quindi ritenere che questi documenti, dato anche il loro carattere eterogeneo, costituiscano un'appendice del più grande archivio Galati. Il fondo è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza Archivistica per il Lazio in data 31 gennaio del 2000. | |
Info acquisizione | Il fondo è stato donato all'Istituto Luigi Sturzo nel 1999 dalla professoressa Anna Galati, figlia di Vito G. Galati, insieme al più consistente archivio Galati. | |
Ordinamento e struttura | Dopo la loro schedatura e analisi, le carte sono state suddivise in quattro serie:1) Corrispondenza e fotografie;2) Scritti (categoria in cui sono stati compresi anche gli articoli a stampa) prodotti da Antonino Anile;3) Scritti su Antonino Anile;4) Stampa varia e opere di V. G. Galati. Nell'individuazione delle serie, si è tenuto conto innanzitutto del contenuto del documento e quindi della sua tipologia. Così facendo, si è cercato di organizzare le carte nel modo più ordinato e coerente possibile, unendo, ad esempio, nella serie "Scritti di Anile" sia i manoscritti che gli articoli. Quando il materiale era già contenuto in un fascicolo originario, il condizionamento è consistito semplicemente nel ricoprire la vecchia cartella, più o meno danneggiata, con una nuova. | |
Contenuto | Nell'ambito della serie "Corrispondenza" sono comprese le lettere che Anile scrisse a letterati, editori e amici. Seguono lettere e telegrammi relativi alla commemorazione di Anile inviati a Galati, membro del Comitato organizzativo costituitosi per l'occasione; lettere tra Maria Pekle Anile e Galati e corrispondenza varia. A questa stessa serie appartengono anche alcune fotografie di Anile e di Sturzo, perché sono pervenute come allegati di lettere ricevute da Galati nel 1951. La Serie "Scritti: opere, appunti e articoli" comprende la parte più significativa della documentazione, cioè i manoscritti e i dattiloscritti delle poesie, dei pensieri e degli studi di A. Anile, sulla psicologia, sulla natura umana e altro, per lo più contenuti in quaderni e fogli sparsi. L'opera inedita di Anile è contenuta in una cartella in fotocopie e in originale, pronta per la pubblicazione. Le carte sono accompagnate da una lettera del figlio di Galati, Domenico, al professor Carlo Bo, in cui si spiega brevemente il lavoro di trascrizione e edizione critica dei testi di Antonino Anile. Sono stati definiti "Scritti di Anile" anche gli articoli pubblicati su vari giornali.La Serie "Appunti e articoli: scritti su Antonino Anile" consta di una sezione in cui è stata raccolta tutta la stampa relativa alla figura di Anile, sotto il profilo istituzionale e letterario. Una seconda sezione invece riunisce documentazione più eterogenea, data da corrispondenza dell'onorevole V. G. Galati con Maria Pekle Anile e appunti, bozze e resoconto del discorso pronunciato da Galati a Pizzo in occasione della commemorazione del poeta a vent'anni dalla sua morte (30 dicembre 1962). Nel fondo si trova anche stampa varia, non riguardante Anile, e alcune delle opere pubblicate di V. G. Galati. Infine sono stati raccolti in due fascicoli distinti alcuni articoli di Igino Giordani e Georges Goyau; e altri di Luigi Sturzo pubblicati sul «Giornale d'Italia». Alla serie appartengono anche alcune opere di Galati. | |
Strumenti archivistici | Inventario cartaceo a livello di documento e informatizzato a livello di unità archivistica a cura di Norma Francalanci. | |
Consultabilità | Liberamente consultabile ai sensi della normativa archivistica vigente. | |
Fonti collegate | Archivio Vito Giuseppe Galati. | |
Bibliografia | Luigi Ambrosoli, Antonino Anile, in Dizionario Biografico degli Italiani, volume III pp. 326- 328, IEI, Roma 1960.Vito Giuseppe Galati, Antonino Anile - la vita e l'opera, Roma 1952.Francesco Malgeri, Antonino Anile, in Dizionario Storico del movimento cattolico in Italia - 1860-1980 - i protagonisti, volume II pp. 16- 19, Casale Monferrato 1982.Francesco Malgeri, Vito Giuseppe Galati, in Dizionario Storico del movimento cattolico in Italia - 1860-1980 - i protagonisti, volume II, pp. 213- 215, Casale Monferrato 1982.Francesco Malgeri, Partito popolare italiano, in Dizionario Storico del movimento cattolico in Italia - I fatti e le idee, volume I/ 2 pp. 352-364, Casale Monferrato 1982. | |
Note | L'articolo evidenziato in un giornale è solo una parte dell'intera unità documentaria e quindi la descrizione tiene conto innanzitutto della testata del giornale e della data cronica. L'articolo è segnalato solo successivamente, in nota. Il ritaglio invece rappresenta di per sé un'unità, e viene quindi descritto attraverso l'indicazione della sua tipologia, cioè ritaglio appunto, la testata del giornale da cui l'articolo è stato tratto, il titolo dell'articolo, il suo autore e la data di pubblicazione. Relativamente alla corrispondenza, è stato mantenuto l'ordinamento per anno già deciso da Galati. Le carte si suddividono in lettere scritte e ricevute da A. Anile ("Corrispondenza personale") e lettere prodotte e ricevute da altri ("Corrispondenza varia"). In questa seconda sottoserie, le carte sono state fascicolate per argomento. | |
Luoghi | Pizzo Calabro; Raiano; Napoli; Palermo; | |
Persone | Galati Vito Giuseppe; Anile Pekle Maria; Giordani Igino; Goyau Georges; Sturzo Luigi; Bo Carlo; Lombardo Radice Giuseppe; Gobetti Piero; Cento Vincenzo; Codignola Ernesto; Facta Luigi; Donati Giuseppe; Fuschini Giuseppe; Mussolini Benito; Pio XI, papa; | |
Enti | Partito popolare italiano; Accademia di belle arti di Napoli; Università cattolica di Milano; | |