Giulio Rodinò

Data1889 - 1949
Note alla datacon carte fino al 1978
Consistenzafascc. 77
Storia istituzionale/biografiaFiglio di Gianfrancesco, marchese di Sangineto, e di Giuseppina Sanseverino, Giulio Rodinò nasce a Napoli nel 1875 da una famiglia di antica aristocrazia legata ad ambienti del movimento cattolico napoletano: il nonno materno, Luigi Sanseverino principe di Bisognano, era stato tra i promotori dell'Opera dei Congressi mentre il padre aveva fondato, nel 1891, il Circolo Cattolico per gli Interessi di Napoli.Compiuti gli studi classici presso i gesuiti del convitto Pontano, si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell'università di Napoli, dove si laurea nel 1897. Subito dopo comincia a esercitare l'avvocatura e allo stesso tempo ad avvicinarsi alla politica, entrando a far parte del Circolo fondato dal padre. Convinto della necessità di trasformare la militanza cattolica in presenza fattiva nella vita politica e amministrativa, si candida al consiglio comunale di Napoli, dove è eletto nel 1901 e riconfermato nelle successive elezioni, come assessore delegato nel 1907, e assessore all'igiene nel 1910. Alle politiche del 1913 è eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati dove, tra il 1919 e il 1920, è prima questore e poi vicepresidente.Durante il ministero Nitti (dal 22 maggio al 16 giugno 1920) riceve l'incarico di ministro della Guerra e si trova ad affrontare problemi connessi alla fine del conflitto, come la smobilitazione e il riordinamento dell'esercito, il ridimensionamento dei corpi di occupazione, le questioni albanese e fiumana. Caduto il governo è eletto componente della Commissione per l'inchiesta sulle spese di guerra, incarico che lascerà per tornare, nell'aprile del 1921, alla guida del dicastero della Guerra. Nominato ministro guardasigilli nel governo Bonomi, dal 2 aprile al 4 luglio 1921, porta a termine il piano per il nuovo ordinamento giudiziario che prevedeva, tra l'altro, la riduzione del numero dei magistrati e degli uffici giudiziari; si occupa, inoltre, dell'ordinamento della professione forense e completa la stesura di un disegno di legge per l'assistenza previdenziale degli avvocati. I molteplici impegni politico-istituzionali di Rodinò si svolgono parallelamente a quelli di partito. Partecipa a tutte le fasi preliminari della nascita del Partito Popolare: nel dicembre del 1918 prende parte alle riunione della "piccola costituente" e nel 1919 sottoscrive "l'appello ai liberi e forti". Nel partito ricopre, tra l'altro, le cariche di consigliere nazionale, membro della Direzione e presidente del triumvirato, retto insieme a Gronchi e Spataro dal 1923, in seguito alle dimissioni di Luigi Sturzo. Al IV congresso del partito, svoltosi a Torino, nell'aprile 1923, riguardo alla dibattuta questione dell'atteggiamento da assumere nei confronti del governo Mussolini, dinanzi ad un'assemblea divisa tra coloro che intendevano sostenere il governo e coloro che, invece, volevano una ferma opposizione, Rodinò prende la parola proponendo di mantenere una posizione indipendente approvando, secondo l'opportunità, gli atti del governo o contrastandoli se difformi dai principi informatori del partito. Le risoluzioni congressuali provocano, com'è noto, l'esclusione dei ministri popolari dall'esecutivo e la definitiva rottura tra il PPI e Mussolini, culminata con le forzate dimissioni di Sturzo dalla segreteria del partito. La linea politica del triumvirato riafferma la posizione centrista e la necessità di conformarsi esclusivamente all'originario programma popolare, mentre le divisioni interne e le defezioni dei popolari filofascisti cominciano a minare dall'interno la stabilità del partito. Nell'affrontare le elezioni del 1924, alle quali il PPI decide di presentarsi con una lista autonoma, Rodinò spera ancora in un blocco parlamentare del movimento fascista e in una regolarizzazione della situazione degli altri partiti.Con la nuova legislatura, inaugurata nel maggio 1924, Rodinò, eletto in Campania insieme a G. Battista Bosco Lucarelli, è nominato vicepresidente della Camera. A giugno, dopo il delitto Matteotti, decide di ritirarsi dall'aula insieme agli altri "aventiniani" e, poiché avrebbe dovuto, quale rappresentante della Camera, recarsi al Quirinale insieme agli esponenti della maggioranza per la risposta al discorso della Corona, decide di dimettersi dall'incarico. Nel 1926, a seguito dello scioglimento di tutti i partiti politici e alla revoca del mandato parlamentare dei deputati aventiniani, Rodinò, uscito forzatamente dalla scena politica, si ritira a vita privata dedicandosi alla cura del patrimonio familiare, pur continuando a mantenere stretti rapporti con gli amici di partito. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 Rodinò riprende gradualmente l'attività pubblica imponendosi, per la sua esperienza politica e per il suo passato antifascista, come una delle figure di rilievo del nuovo partito della Democrazia Cristiana. Al Congresso di Bari sostiene la mozione di Vincenzo Arangio Ruiz, approvata poi a maggioranza, per la formazione di un governo con la partecipazione di tutti i partiti rappresentati al congresso e per la convocazione di un'Assemblea costituente da promuovere a conclusione delle ostilità. Prende parte, in funzione moderatrice, all'acceso dibattito sulla questione istituzionale e si adopera per far accettare la proposta De Nicola sulla luogotenenza. Nel secondo governo Badoglio, dal 22 aprile al 18 giugno 1944, gli viene confermata la carica di ministro senza portafoglio e tra il dicembre 1944 e il giugno 1945 (governo Bonomi) è nominato, con Togliatti, vicepresidente ai lavori della Consulta nazionale fino a qualche giorno prima della sua scomparsa, avvenuta il 16 febbraio 1946.
Storia archivisticaL'archivio di Giulio Rodinò, conservato presso l'Archivio Storico dell'Istituto Luigi Sturzo a Roma, è costituito da un ricco carteggio e da documentazione di varia tipologia che, complessivamente, riflette le molteplici attività del titolare quali si andarono intrecciando dagli inizi del '900. Al momento del riordinamento, le carte sono state trovate in disordine: insieme ai nuclei creati dallo stesso Rodinò, si trovavano fascicoli con l'intestazione a stampa "Archivio Giulio Rodinò", presumibilmente creati post mortem dal figlio Marcello che, per il decimo anniversario della scomparsa del padre, aveva in progetto di preparare una pubblicazione in sua memoria. Le carte risultavano in gran parte organizzate per attività o per singoli affari: in ogni fascicolo si trovavano, senza alcun ordine, carte della tipologia più varia (corrispondenza, minute di discorsi, verbali, certificati, ritagli a stampa, opuscoli), tutte attinenti ad un unico "oggetto". In altri fascicoli era stata raccolta esclusivamente corrispondenza con personaggi del mondo politico e della cultura con i quali Giulio Rodinò intratteneva rapporti politici, di lavoro e di amicizia (Luigi Sturzo, Filippo Meda, Alcide De Gasperi, Benedetto Croce, Matilde Serao, ecc.). Altri fascicoli conservavano esclusivamente materiale fotografico e materiale a stampa. Infine, molta documentazione era sciolta. A giudicare da alcuni titoli e dalla presenza di segnalazioni e appunti scritti sul verso di biglietti (tutti hanno sul recto una riproduzione del Golfo di Napoli), è presumibile che si sia trattato di un primo tentativo, non portato a compimento, di creare delle "serie". C'è stato poi un ulteriore intervento sulle carte, non sappiamo se coevo al primo o di poco successivo, effettuato da uno dei figli, probabilmente sempre dallo stesso Marcello. Di questo rimane traccia sia nella intitolazione di alcuni fascicoli sia nella presenza di appunti ritrovati tra le carte che, per il contenuto, possono essere ricondotti al progetto della pubblicazione. Molto materiale che componeva questi fascicoli risultava estrapolato da quelli formatisi nel corso del primo intervento.
Il fondo è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per il Lazio in data 8 febbraio 1981.
Info acquisizioneDonazione degli eredi.
Ordinamento e strutturaNel procedere al riordinamento del fondo si sono tenuti presenti i precedenti interventi avvenuti sulle carte, con particolare attenzione al primo che è risultato essere il più significativo. Dopo la schedatura dei fascicoli sono state individuate le seguenti sei serie: 1) Carte familiari, personali e relative all'attività professionale; 2) Elezioni amministrative e politiche; 3) Nomine e attività amministrativa e politica; 4) Corrispondenza; 5) Fotografie; 6) Stampa, per un totale di 77 fascicoli di documenti.All'interno di ciascuna serie, i fascicoli sono stati posti in ordine cronologico. Ad ogni singolo fascicolo è stato dato un numero d'ordine in un'unica sequenza progressiva, cui segue il titolo originale. All'interno dei fascicoli si trovano dei sottofascicoli anch'essi numerati. Nei fascicoli 9, 30, 34, 35, 40, dove sono state rinvenute carte conservate in camicie con intitolazioni manoscritte autografe, le carte sono state riordinate mantenendo la suddivisione data dal soggetto produttore; in questi casi, immediatamente prima del sottofascicolo, si è riportato, tra virgolette, il titolo originale.In generale la descrizione delle carte è analitica: per la corrispondenza, riportata nell'ambito di ciascun fascicolo in ordine alfabetico, oltre al mittente sono indicate la data topica, cronica e il numero delle carte. Alla fine di ogni sottofascicolo dedicato alla corrispondenza, sono indicate le minute con i destinatari, data topica, cronica e numero delle carte. La corrispondenza relativa a congratulazioni per successi elettorali, nomine ecc., è stata invece descritta solo sommariamente ma è stato comunque indicato il numero delle carte.Le altre tipologie documentarie, manoscritti, dattiloscritti, atti, certificati, opuscoli, ritagli ecc., sono state descritte analiticamente, con l'indicazione della data topica, cronica e numero delle carte, e sono state poste in ordine cronologico. Per quanto riguarda gli opuscoli è stato trascritto il titolo, il luogo di edizione, l'editore, l'anno di edizione, il numero delle pagine ed il numero delle copie conservate. Per la stampa, sono stati riportati i titoli dei giornali (quotidiani o periodici) e le date di pubblicazione. Si sono voluti differenziare i ritagli a stampa dalle copie intere dei giornali, riportando per gli uni il numero delle carte, per gli altri il numero delle copie.Le fotografie sono state descritte solo sommariamente, ma se ne è data comunque la consistenza.Per tutti i documenti sono stati segnalati, dove presenti, gli allegati, le note manoscritte autografe e l'eventuale lingua straniera utilizzata nella loro redazione.
ContenutoL'archivio è costituito da un ricco carteggio e da documentazione di varia tipologia che, complessivamente, riflette le molteplici attività del titolare quali si andarono intrecciando dagli inizi del '900.Al momento del riordinamento, le carte sono state trovate in disordine: insieme ai nuclei creati dallo stesso Rodinò, si trovavano fascicoli con l'intestazione a stampa "Archivio Giulio Rodinò", presumibilmente creati post mortem dal figlio Marcello che, per il decimo anniversario della scomparsa del padre, aveva in progetto di preparare una pubblicazione in sua memoria. Le carte risultavano in gran parte organizzate per attività o per singoli affari: in ogni fascicolo si trovavano, senza alcun ordine, carte della tipologia più varia (corrispondenza, minute di discorsi, verbali, certificati, ritagli a stampa, opuscoli), tutte attinenti ad un unico "oggetto". In altri fascicoli era stata raccolta esclusivamente corrispondenza con personaggi del mondo politico e della cultura con i quali Giulio Rodinò intratteneva rapporti politici, di lavoro e di amicizia (Luigi Sturzo, Filippo Meda, Alcide De Gasperi, Benedetto Croce, Matilde Serao, ecc.). Altri fascicoli conservavano esclusivamente materiale fotografico e materiale a stampa. Infine, molta documentazione era sciolta. A giudicare da alcuni titoli e dalla presenza di segnalazioni e appunti scritti sul verso di biglietti (tutti hanno sul recto una riproduzione del Golfo di Napoli), è presumibile che si sia trattato di un primo tentativo, non portato a compimento, di creare delle "serie".C'è stato poi un ulteriore intervento sulle carte, non sappiamo se coevo al primo o di poco successivo, effettuato da uno dei figli, probabilmente sempre dallo stesso Marcello. Di questo rimane traccia sia nella intitolazione di alcuni fascicoli sia nella presenza di appunti ritrovati tra le carte che, per il contenuto, possono essere ricondotti al progetto della pubblicazione. Molto materiale che componeva questi fascicoli risultava estrapolato da quelli formatisi nel corso del primo intervento.Nel procedere al riordinamento del fondo si sono tenuti presenti i precedenti interventi avvenuti sulle carte, con particolare attenzione al primo che è risultato essere il più significativo. Dopo la schedatura dei fascicoli sono state individuate le seguenti sei serie: 1) Carte familiari, personali e relative all'attività professionale; 2) Elezioni amministrative e politiche; 3) Nomine e attività amministrativa e politica; 4) Corrispondenza; 5) Fotografie; 6) Stampa, per un totale di 77 fascicoli di documenti.
Strumenti archivisticiInventario cartaceo e informatizzato a livello di documento a cura di Giuseppina Calcara.
ConsultabilitàLiberamente consultabile ai sensi della normativa archivistica vigente.
BibliografiaA. Cestaro, Giulio Rodinò, in Dizionario storico del Movimento Cattolico in Italia, 1860-1980, II vol. pp. 549-552, Marietti, Roma, 1982.A. Cestaro, Rodinò, Sturzo e il Partito popolare a Napoli, in L. Sturzo nella storia d'Italia, II vol. pp. 133-153, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 1973.G. Deuringer, E. Fiore, M. Rodinò, Un uomo e un'idea. Documentazione della vita politica di Giulio Rodinò, L'Arte Tipografica, Napoli, 1956G. De Antonellis, I popolari a Napoli, in Il Partito popolare: validità di un'esperienza, Milano, 1969G. De Rosa, Il Partito popolare italiano, Laterza, Roma-Bari, 1988M.G. Rossi, Partito Popolare Italiano. Da Sturzo a De Gasperi. Profilo storico del cattolicesimo politico nel Novecento. Editori Riuniti, Roma, 1985.
Luoghi Roma; Napoli; Milano;
Persone Cestaro Antonio; Deuringer Giacomo; Fiore Ernesto; De Antonellis Giacomo; De Rosa Gabriele; Rossi Mario G.; Sturzo Luigi; Gronchi Giovanni; Spataro Giuseppe; Sanseverino Giuseppina; Rodinò Gianfrancesco; Nitti Francesco Saverio; Bonomi Ivanoe; Mussolini Benito; Bosco Lucarelli Giovanni Battista; Matteotti Giacomo; Arangio Ruiz Vincenzo; Badoglio Pietro; De Nicola Enrico; Togliatti Palmiro; Calcara Giuseppina;
Enti Opera dei Congressi; Circolo cattolico per gli interessi di Napoli; Ministero della guerra; Partito popolare italiano; Commissione per l'inchiesta sulle spese di guerra; Democrazia cristiana; Soprintendenza archivistica per il Lazio;