Attilio Piccioni

Data1916 - 2018
ConsistenzaFascicoli 267 in buste 25 (ml 3,75)
Storia istituzionale/biografiaAttilio Piccioni nasce il 14 giugno 1892 a Poggio Bustone, in provincia di Rieti, da Giuseppe e da Gaetana Fabiani, maestri elementari. Nono di dieci fratelli, viene indirizzato agli studi dall'attività di insegnamento dei genitori, che gli trasmisero in famiglia l'educazione cattolica.
Un'influenza dominante sulla formazione di Piccioni è stata esercitata dal fratello primogenito, Giovanni (1876-1959), sacerdote a Pistoia e promotore della prima Democrazia cristiana in Toscana, poi vescovo di Livorno dal 1921 alla sua morte. La sua esperienza e impegno nel sociale ha trasmesso al fratello minore i nuovi indirizzi partecipativi del movimento cattolico.
Nella prima guerra mondiale Piccioni si arruola volontario fra i bersaglieri e poi in aviazione con un incarico di istruttore pilota presso il campo militare di Cascina Costa. Alla fine del conflitto si stabilisce definitivamente a Torino, dove si laurea e intraprende la professione legale nello studio dell'avvocato Eugenio Libois. Lì conosce Carolina Marengo, che spoa nel novembre 1918 e dalla quale ha quattro figli: Donatella, Giampiero, Chiara e Leone.
Nella Torino del primo dopoguerra, si interessa attivamente alla politica cercando di attribuire al pensiero e alla realtà sociale del cattolicesimo il significato di una reale alternativa di cultura politica, come premessa di una nuova e particolare esperienza democratica. Da qui la scelta di iscriversi alla sezione torinese del Partito popolare di don Luigi Sturzo, di cui diviene segretario cittadino nel novembre 1919. Esponente dei Gruppi di avanguardia e della Sinistra popolare, viene eletto consigliere nazionale nella lista di minoranza al II Congresso di Napoli dell'aprile 1920. Nell'agosto 1920 fonda a Torino il settimanale Il Pensiero popolare.
La sua autonomia ‘avanguardista' si infrange sotto la pressione della crisi dello Stato liberale. Già in occasione delle elezioni comunali di Torino del 7 novembre 1920, Piccioni deve ratificare, in deroga alla tattica di intransigenza elettorale, l'ingresso dei popolari in una lista di coalizione insieme ai ‘costituzionali': riesce così a sconfiggere la sinistra socialista e comunista, risultando lui stesso eletto in Consiglio comunale e poi nominato assessore al Lavoro. Dal lato opposto, l'emergere del fascismo orienta la sinistra politica di Piccioni e di Giuseppe Cappi a fiancheggiare la resistenza democratica di Sturzo: al III Congresso di Venezia, nell'ottobre 1921, sono entrambi rieletti nella lista unitaria del segretario.
Contrario all'ingresso dei popolari nel governo Mussolini, Piccioni sostiene la linea di intransigenza antifascista che emerge già durante il IV Congresso nazionale del Partito, organizzato proprio a Torino nell'aprile del 1923. Dopo il delitto Matteotti (1924), promuove il Comitato torinese dei partiti antifascisti e stringe rapporti di amicizia con Piero Gobetti.
Dopo lo scioglimento del PPI, nel 1926 si trasferisce con la famiglia a Pistoia, dove riprende la professione forense, ma tristemente segnata dalla morte della moglie nel 1936. Mantiene i legami con gli ex popolari e soprattutto con Adone Zoli a Firenze, ma sviluppa anche quelli con l'associazionismo cattolico: si iscrive ai circoli pistoiesi degli Uomini Cattolici e del Gruppo di Cultura.
Già stabilitosi a Firenze dal 1939, vi guida la fondazione clandestina della Democrazia cristiana (DC) e ne diviene rappresentante nel Comitato toscano di liberazione nazionale. Dopo la liberazione di Firenze inizia la sua ascesa al vertice del Partito: cooptato come consigliere nazionale l'11 settembre 1944, subentra il 3 marzo 1945 in direzione e il 27 giugno 1945 assume l'incarico di vicesegretario politico. Segretario del gruppo democristiano alla Consulta nazionale, il 2 giugno 1946 è eletto all'Assemblea Costituente, entrando a far parte della Commissione dei 75 e della seconda Sottocommissione per l'ordinamento dello Stato.
La leadership democristiana di Piccioni si impone, prima localmente e poi nazionalmente, per il suo apporto di progettualità alla ricostruzione democratica dell'Italia. Al I Congresso nazionale della DC, nell'aprile 1946, Piccioni tiene la relazione su Repubblica o Monarchia, ratificando l'orientamento repubblicano del Partito nel referendum istituzionale del 2 giugno. Il 22 settembre 1946 succede al presidente del Consiglio Alcide De Gasperi come segretario nazionale della DC, impostando la campagna elettorale della DC per il voto politico del 18 aprile 1948.
Eletto deputato nella I legislatura, il 23 maggio 1948 entra come vicepresidente del Consiglio nel V Governo De Gasperi, mantenendo la segreteria del Partito fino al 10 gennaio 1949.
Con De Gasperi assume ininterrottamente incarichi governativi: ministro di Grazia e giustizia nel VI governo dal 27 gennaio 1950, riprende la vicepresidenza del Consiglio nei due governi successivi, dal 26 luglio 1951 al 17 agosto 1953, l'ultimo dei quali non ottiene però la fiducia dopo il fallimento della legge elettorale maggioritaria nelle elezioni del 7 giugno 1953. Riceve allora dal presidente della Repubblica Luigi Einaudi, il 2 agosto 1953, l'incarico per la formazione di un nuovo governo, ma si scontra con le resistenze degli alleati ‘laici' che hanno già provocato la caduta parlamentare di De Gasperi. Continua ugualmente a negoziare una maggioranza politica di centro, come esige la condizione postagli da Einaudi di conferire a De Gasperi il ministero degli Esteri, ma il 12 agosto deve rinunciare al mandato a causa del veto antidegasperiano dei socialdemocratici. Bloccata nella successione alla presidenza del Consiglio, la carriera politica di Piccioni viene definitivamente compromessa dalle manovre scandalistiche che trascinano il figlio Giampiero nelle indagini sulla morte di Wilma Montesi. Il suo arresto con un'accusa di omicidio, poi dimostratasi processualmente infondata, provoca il 18 settembre 1954 le dimissioni di Piccioni da ministro degli Esteri del governo Scelba.
Prosegue con silenziosa amarezza l'attività di parlamentare e uomo di governo, avendo ormai rinunciato alle ambizioni di leadership che lo avevano designato «erede naturale» di De Gasperi.
Viene eletto, nel 1956, presidente del gruppo democristiano alla Camera e assume analogo incarico al Senato nel 1958. Tornò alla vicepresidenza del Consiglio nel III e IV governo Fanfani, dal 26 luglio 1960 al 21 giugno 1963, e nel I governo Leone fino al 4 dicembre 1963, mantenendovi l'incarico degli Esteri, assunto il 6 maggio 1962. Nei tre governi di centro-sinistra presieduti da Moro nella IV legislatura, è ministro senza portafoglio «con l'incarico di particolari compiti politici». Lo rimane anche nel II governo Leone fino al 12 dicembre 1968, prima di rientrare definitivamente nei ranghi del Senato, dove viene eletto fino al 1972. Muore a Roma il 10 marzo 1976.
Storia archivistica

Nel corso del 2020 è stato realizzato un inventario analitico grazie ai contributi dedicati agli archivi dei partiti politici e degli organismi di rappresentanza dei lavoratori da parte della Direzione generale Archivi, capitolo 3121, esercizio finanziario 2019, e con il coordinamento scientifico della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio e dell'Istituto Sturzo.

Info acquisizioneIl fondo Attilio Piccioni è stato donato all'Istituto Luigi Sturzo dagli eredi di Leone Piccioni, figlio di Attilio e dichiarato di interesse storico particolarmente importante dalla Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio in data 1 febbraio 2018.
Ordinamento e struttura

 L'archivio si articola in 19 serie archivistiche, a loro volta suddivise in sottoserie. Le serie dalla I alla XVI rispecchiano l'attività di Attilio Piccioni nel corso della sua carriera politica, mentre le serie XVII e XVIII sono riconducibili a suo figlio Leone Piccioni, alla sua attività culturale per commemorare la figura paterna e anche alla corrispondenza ricevuta da sua sorella Donatella. La serie XIX comprende alcuni scritti e la rassegna stampa relativi a mons. Giovanni Piccioni, vescovo di Livorno dal 1921 alla sua morte avvenuta nel 1959.


Le unità archivistiche (fascicoli) descritte presentano un unico numero di corda da 1 a 267, per ciascuna delle quali è stato riportato il titolo desunto o originale, quest'ultimo fra virgolette e tra parentesi quadre le eventuali integrazioni, la consistenza relativa al numero di documenti presenti nel fascicolo, l'oggetto o la descrizione dei sottofascicoli o singoli documenti, gli estremi cronologici e la tipologia documentaria.


Il fondo è costituito di fascicoli 267 condizionati in 25 buste (ml 3,75).


Serie I. Direzione Nazionale della Democrazia Cristiana, 1945-1972, fascc.30 (bb.1-3, fascc.1-30) Comprende gli incartamenti relativi alle attività di A.P. in qualità di segretario della Democrazia Cristiana, di membro e presidente del Consiglio Nazionale del partito, di capogruppo DC alla Camera e successivamente al Senato e infine di delegato agli affari europei. Si tratta di carteggi, corrispondenza, appunti, bozze di discorsi e materiale a stampa inerenti alle campagne elettorali, ai congressi nazionali e alle sedute del Consiglio nazionale DC. Si segnalano i fascicoli relativi alla missione di Piccioni all'Assemblea ordinaria della CECA a Strasburgo nel 1956 e alla crisi di Governo del 1957.


Serie II. Vicepresidenza del Consiglio dei Ministri, 1948-1963, fascc.32 (bb.3-6, fascc.31-62) La serie si articola in tre sottoserie che comprendono gli incartamenti relativi all'attività di vice presidente del Consiglio dei Ministri durante i governi De Gasperi V, VII e VIII, Fanfani III e IV e Leone I. Si tratta di corrispondenza e carteggio, rassegna stampa e opuscoli inerenti prevalentemente ai rapporti con la Nato, alla riforma fondiaria, alle politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno e alla Commissione interministeriale per la Ricostruzione, la nuova legge elettorale, la riforma della pubblica amministrazione e, in particolare, il carteggio relativo alla crisi di Governo del luglio-agosto 1953 e infine, la questione dell'aumento dell'organico nella Magistratura e carteggio relativo a viaggi istituzionali.


Sottoserie II.1 - Periodo dal 23 maggio 1948 al 27 gennaio 1950, fascc.11 (bb.3-4, fascc.31-41)


Sottoserie II.2 - Periodo dal 26 luglio 1951 al 17 agosto 1953, fascc.19 (bb.4-5, fascc.42-60)


Sottoserie II.3 - Periodo dal 26 luglio 1960 al 4 dicembre 1963, fascc.2 (b.6, fascc.61-62)


Serie III. Ministero di Grazia e giustizia, 1950-1951, con antecedenti dal 1949, fascc.31 (bb.6-8, fascc.63-93) Comprende gli incartamenti relativi all'attività di ministro di Grazia e giustizia durante il Governo De Gasperi VI (27/01/1950 - 26/07/1951). La documentazione riguarda principalmente il progetto di riforma della Magistratura in merito alla distinzione dei magistrati secondo le funzioni e trattamento economico della Magistratura, nonché dei magistrati del Consiglio di Stato, della Corte dei Conti, della giustizia militare e degli avvocati e procuratori della Stato, all'aumento dell'organico nei tribunali, ma anche la questione dell'usurpazione delle terre, le attività sovversive, la modificazione dell'art. 72 del Codice di procedura civile che dava facoltà di riconoscere i divorzi tra cittadini italiani concessi all'estero e la formazione del bilancio 1950-1951 del Ministero di Grazia e giustizia.


Serie IV. Ministero degli Affari esteri, 1954-1963, fascc.26 (bb.9-11, fascc.94-119) La serie si articola in due sottoserie che comprendono gli incartamenti relativi all'attività di ministro degli Affari esteri durante i Governi Fanfani I e Scelba durante il 1954 e il governo Fanfani IV nel periodo 1962-1963. La documentazione riguarda in particolare l'istituzione della Comunità Europea di Difesa, i rapporti con il Consiglio Nord Atlantico, gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Germania, le trattative relative al ritorno allo Stato italiano della città di Trieste,alla questione irrisolta del Sud Tirolo tra Italia e Austria, ai rapporti con la Nato, alle trattative con il Regno Unito per il Mercato comune europeo, alla crisi di Cuba del 1962, oltre a corrispondenza, rassegna stampa e altri atti di incontri diplomatici.


Sottoserie IV.1 Periodo dal 10 gennaio 1954 al 19 settembre 1954, fascc.20 (bb.9-10, fascc.94-113)


Sottoserie IV.2 Periodo dal 29 maggio 1962 al 4 dicembre 1963, fascc.6 (bb.10-11, fascc.114-119)


Serie V . Delegazione permanente italiana all'Onu, 1956-1962, fascc.7 (bb.11-12, fascc.120-126) Comprende gli incartamenti relativi alla partecipazione di Attilio Piccioni, in qualità di capo della Delegazione permanente italiana all'Onu all'XI, XII, XIII, XIV e XVII sessione dell'Assemblea generale (1956-1962). I fascicoli contengono bozze di discorsi, corrispondenza, rassegna stampa, appunti, verbali delle sedute delle assemblee alle Nazioni Unite in merito alla questione ungherese del novembre del 1956, alla crisi di Suez, alle tensioni tra Francia e Tunisia, al disarmo e alla cessazione dell'uso di armi nucleari (1958) e alla questione irrisolta del Sud Tirolo tra Italia e Austria.


Serie VI. Attività forense, 1930-1945, fascc.3 (b.13, fascc.127-129) Comprende poche pratiche e carteggio relativi all'esercizio della professione di avvocato civilista di Attilio Piccioni svolta in Toscana tra gli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso.


Serie VII. Corrispondenza istituzionale, 1942-1974, fascc.17 (bb.13-15, fascc.130-146) Comprende, articolata in fascicoli annuali, la corrispondenza ricevuta e inviata da Attilio Piccioni e sporadicamente corrispondenza fra terzi, in orgine, probabilmente, allegata a lettere indirizzate al Piccioni. Si tratta di lettere, biglietti e telegrammi concernenti l'attività politica e istituzionale, che il Piccioni soleva sedimentare cronologicamente, senza inserirli nei fascicoli per affari.


Serie VIII. Corrispondenza privata, 1947-1964, fascc.10 (b.15, fascc.147-156) La serie si articola in tre sottoserie, comprendenti la prima la corrispondenza di Attilio Piccioni con suo fratello Giovanni, vescovo di Livorno (1947-1958) e ulteriori lettere, biglietti e telegrammi inviatigli dai suoi figli Donatella, Chiara e Leone e altri parenti. La seconda riguarda la corrispondenza riservata costituita di n.13 lettere ricevute da Attilio Piccioni e n.4 referti e prescrizioni mediche. La terza la documentazione relativa alle vicende giudiziarie legate all'omicidio di Wilma Montesi, del quale fu accusato Giampiero Piccioni, figlio di Attilio. Si tratta di allegazioni giuridiche, articoli di cronaca, pochissime lettere ricevute da Giampiero, della corrispondenza ricevuta da Attilio e di carteggio giudiziario riguardante Leone Piccioni.


Sottoserie VIII.1 Corrispondenza familiare, 1947-1964, fascc.2 (b.15, fascc.147-148


) Sottoserie VIII.2 Corrispondenza riservata, 1950-1963, fasc.1 (b.15, fasc.149)


Sottoserie VIII.3 Corrispondenza e rassegna stampa "Caso Montesi" (riservata), 1954-1958, fascc.7 (b.15, fascc.150-156)


Serie IX. Documenti personali, 1918-1974, fascc.5 (b.16, fascc.157-161) Comprende documenti personali di Attilio Piccioni contenenti anche dati sensibili sullo stato di famiglia e di salute, agendine e indirizzari, passaporti, le tessere d'iscrizione al PPI e alla DC e numerose tessere di riconoscimento a partire dal 1945, in particolare per la partecipazione alle attività dell'Assemblea Costituente, della Camera e del Senato e presso le istituzioni europee e delle Nazioni Unite.


Serie X. Scritti e discorsi, 1945-1972, fascc.8 (bb.16-17, fascc.162-169) Comprende i discorsi e gli scritti di Attilio Piccioni editi a stampa, quelli in bozze dattiloscritte e gli appunti manoscritti e i materiali per la stesura degli stessi. Questi documenti erano già stati in precedenza estrapolati dai fascicoli originali e raccolti in un'apposita cartella. La sottoserie X.2 è costituita di n. 64 discorsi in bozze dattiloscritte e articoli di Attilio Piccioni pubblicati su quotidiani e riviste, i quali sono stati selezionati, ordinati e numerati per l'edizione, ma non più inseriti.


Sottoserie X.1 Appunti, discorsi in bozze e a stampa, 1945-1972, fascc.5 (bb.16-17, fascc.162-166)


Sottoserie X.2 Materiali per la pubblicazione Scritti e discorsi (1944-1965), a cura di Carlo Dané, 1945-1960, fascc.3 (b.17, fascc.167-169)


Serie XI . Titoli di studio e onorificenze, 1919-1963, fascc.9 (b.18, fascc.170-178) Comprende la pergamena del diploma di laurea in giurisprudenza di A.P. (1919) e otto diplomi su carta concernenti onorificenze ricevute da governi stranieri (Grecia, Francia, Lussemburgo, Principato di Monaco, Repubblica di San Marino, Venezuela, Tailandia, Marocco).


Serie XII .Schizzi satirici, 1946-sec. XX seconda metà, fascc.4 (b.19, fascc.179-182) Si tratta di tre bozzetti caricaturali di Piccioni e diciannove schizzi satirici che prendono di mira l'operato del Governo negli anni Cinquanta del secolo scorso.


Serie XIII. Manifesti e volantini politici, 1952-1953, fascc.2 (b.19, fascc.183-184) Si tratta di n.161 stampe tra volantini, fogli satirici, pieghevoli e manifesti di propaganda elettorale della Democrazia cristiana in occasione delle elezioni amministrative del 1952 e delle politiche del 1953.


Serie XIV. Fotografie e audiocassette, 1916-2000, fascc.35 (bb.20-22, fascc.185-219) Si tratta di n. 780 fotografie, alcune di carattere prettamente familiare e privato, le restanti, conservate in album coevi o sciolte documentano l'attività politica e istituzionale di A.P. in particolare tra il 1947 e il 1964, soprattutto in qualità di vice presidente del Consiglio dei Ministri, di ministro di Grazia e giustizia, di capo della Delegazione permanente italiana all'Onu e di ministro degli Affari esteri. Infine vi sono alcune fotografie e un'audiocassetta a testimonianza delle manifestazioni commemorative e culturali in memoria di Piccioni.


Serie XV. Rassegna stampa, 1947-1969, fascc.7 (b.22, fascc.220-226) Si tratta di riviste e ritagli di giornale con articoli concernenti l'attività della Democrazia cristiana pubblicati su testate nazionali e internazionali, in particolare A.P. ha raccolto in fascicolo la rassegna stampa in occasione della morte di Alcide De Gasperi avvenuta il 19 agosto 1954.


Serie XVI. Stampati vari, 1949-1962, fascc.8 (b.23, fascc.227-234) Si tratta di pubblicazioni a stampa di discorsi parlamentari e saggi di Luigi Sturzo, Francesco Maria Dominedò, Mario Scelba, Giuseppe Mario Militerni ed altri.


Serie XVII. Commemorazioni e manifestazioni culturali in memoria di A.P., 1976-2018, fascc.22 (bb.23-24, fascc.235-256) Si tratta di atti conservati da Leone Piccioni, comprendenti lettere e telegrammi di condoglianze, necrologi e articoli pubblicati su giornali e riviste, saggi, manifesti e carteggio per onorare la memoria di suo padre da parte del Governo, di pubbliche amministrazioni e dalla Democrazia cristiana. Si segnalano il carteggio e gli scritti su Piccioni in occasione del convegno "1892 - 1992. Centenario della nascita di Attilio Piccioni eminente uomo politico e prestigioso statista", Pistoia - Roma, 14-16 giugno 1992 e il convegno "Attilio Piccioni nella storia della Democrazia Cristiana", Pistoia, 20 marzo 2000.


Serie XVIII. Corrispondenza privata di Leone e Donatella Piccioni, 1947-1996, fascc.2 (b.25, fascc.257-258) Si tratta poche di lettere, biglietti, telegrammi e cartoline ricevute da Leone e Donatella Piccioni dallo zio Giovanni Piccioni, vescovo di Livorno e da altri amici e conoscenti.


Serie XIX. Documenti di Giovanni Piccioni, vescovo di Livorno, 1933-1959, fascc.9 (b.25, fascc.259-267) Si tratta di quaderni di appunti e un diario di mons. Piccioni e articoli di giornali su di lui e in occasione della sua morte.


 

Strumenti archivisticiInventario a livello di unità archivistica cartaceo e informatizzato a cura di Rosanna D'Angella.
ConsultabilitàIl fondo è consultabile a richiesta, nei limiti di quanto disposto dal Codice per i beni culturali e del paesaggio agli artt. 122-127 e dalla normativa vigente in materia di protezione dei dati personali e di tutela della privacy. Sono, pertanto, esclusi dalla consultazione i fascicoli nn. 149-156 e 258.
Unità di conservazione Buste 1 - 25